Trasferire valore sul territorio crotonese, avviando esperienze e progetti di ricerca congiunti tra aziende anche di Regioni diverse: questo il senso della missione, organizzata dal Parco scientifico Magna Graecia PST.KR presso il Parco tecnologico di Trieste, AREA SCIENCE PARK. La delegazione era composta oltre dal direttore e dal presidente del PST.KR, Maria Bruni e Mario Spanò, dal Presidente ed il direttore di Confindustria, Emilio Bernardo Romano e Daniela Reperti, dalla direttrice di Unioncamere Calabria, Donatella Romeo, dai delegati delle Università calabresi di Reggio e Cosenza, prof.ri Corrado Trombetta e Riccardo Barberi, mentre in rappresentanza della Regione Calabria, era presente la vice presidente della Regione Calabria, Antonella Stasi ed il direttore generale settore ricerca, Massimiliano Ferrara. Trieste, dunque, è stato il luogo in cui il PST.KR ha incontrato una serie di aziende facenti parte di altri distretti tecnologici e Parchi scientifici: c’era il Polo di Navacchio (Pisa), il Vega Park (Veneto), il Veneto Nanotech, il Distretto del Veneto dell'informatica e del tecnologico avanzato oltre all’APSTI, l'Associazione nazionale dei Parchi Scientifici italiani, di cui è socio il Parco di Crotone. La finalità dell’iniziativa, ha comunicato il direttore generale del Pst.kr, Maria Bruni, è stata innanzitutto quella di visitare i centri di ricerca ed i laboratori di questo Parco, alcuni dei quali sono unici in Europa; inoltre, con il prezioso supporto della direttrice di Confindustria, dr.ssa Daniela Ruperti, si è riusciti ad organizzare due ricche giornate di incontri con aziende che si vorrebbero far entrare sia nel Polo dei beni culturali che in quello dell’energia. A queste aziende il prof. Ferrara ha illustrato tutti i vantaggi e le opportunità che la Regione sta attivando per promuovere la ricerca e l’innovazione per le imprese anche collaborando con aziende fuori Regione; è stato inoltre molto utile rappresentare le condizioni di fattibilità per l’attivazione di un'unità operativa su Crotone, per realizzare progetti e industrializzare la ricerca tecnologica e a tal fine i Presidenti di Confindustria e PST.KR, Romano e Spanò, hanno presentato il nostro territorio che, pur con carenze note, hanno affermato, potrebbe offrire, alle imprese che si andranno ad aggregare ai Poli, una serie di vantaggi, dati proprio dalla loro aggregazione; su Crotone, queste aziende troveranno una sede direzionale da condividere con altre imprese, sede in cui, con il finanziamento dei Poli si andranno a realizzare i laboratori di ricerca, inoltre potranno realizzare dei prototipi con un finanziamento fino al 50% ma ancor di più candidarsi ad una serie di iniziative, tra cui i Distretti tecnologici. L’arma vincente sarà sicuramente l’unione delle imprese che lavoreranno accanto alle Università, ha dichiarato Spanò e, ha aggiunto Romano, la capacità della struttura di gestione del Polo dovrà essere quella di individuare da subito, le forme di auto finanziamento del Polo. Infatti, hanno precisato i Presidenti, non ci dovremo cullare sul finanziamento dei 5 milioni di euro per cinque anni che la Regione affida ai Poli ma studiare, subito, altre forme e modalità di autosostegno finanziario. Il Parco e Confindustria in questa missione hanno lanciato il Percorso dell’innovazione e cioè presentare alla imprese una rosa di bandi, collegati l’uno con l’altro, che consentiranno alle imprese di avviare un percorso di competitività all’interno delle loro aziende: evitare, dunque, progetti spot ma progetti integrati. Una panoramica del territorio regionale è stata fornita dalla dr.ssa Romeo che ha presentato in modo completo ed immediato i dati sull’economia calabrese, sulle vocazioni imprenditoriali, sul personale qualificato presente, senza dimenticare il panorama culturale ed agroalimentare che distingue la Calabria per peculiarità e pregevolezze. C’è un fermento imprenditoriale, ha comunicato la Romeo, nei settori dell’agroalimentare, commercio e costruzione ma che purtroppo si trovano ad affrontare il problema della liquidità finanziaria immediata e della scarsa competitività. Indubbiamente per stimolare l’insediamento di unità operative in Calabria per fare ricerca, hanno manifestato i due professori universitari calabresi, la presenza di tre Università rappresenta un fondamentale tassello: laboratori avanzati, progetti di ricerca europei e trasferimento tecnologico le attività predominanti. Un contributo è stato offerto anche dall’università di Udine che ha sperimentato dei sistemi innovativi sul fotovoltaico e che intende avviare la sperimentazione e la produzione proprio su Crotone, con il supporto del PST.KR. Le due giornate sono state ricche di uno scambio di esperienze, Area Trieste che è un Ente Pubblico Nazionale di Ricerca ha illustrato le metodologie, le tecnologie per la competitività delle imprese del territorio, i progetti di maggior successo e ha fatto conoscere alla delegazione calabrese alcune aziende che hanno raccontato la loro esperienza, dall’idea imprenditoriale allo sviluppo del prototipo fino alla commercializzazione. Questi i numeri: 87 aziende insediate, 21 centri di ricerca, 66 imprese, 2552 addetti. L’obiettivo di AREA, ha esposto il Presidente Giancarlo Michellone, è realizzare la gestione strategica più che fare ricerca conducendo una giovane impresa dall’idea al mercato e dunque considerare il Parco come un laboratorio sperimentale. E’ necessario, ha affermato anche il direttore di Area, Enzo Moi, che vi sia un nuovo approccio alla ricerca, con un’evoluzione culturale. Era presente al seminario anche il delegato del presidente nazionale dell’associazione nazionale Parchi tecnologici nonché responsabile del Polo di Navacchio (Toscana), dr. Alberigi che ha dichiarato che una leva interessante per lo sviluppo è rappresentata dalla rete dei Parchi ed il Polo di Navacchio è interessato a fare strada con il Parco di Crotone. Un dato interessante il dr. Alberigi ha comunicato: nonostante la crisi, nel Polo toscano ha nel 2009 aumentato sia il fatturato con il 15% che gli occupati con 73 unità in più. In particolare informa i presenti che una società toscana ha manifestato l’interesse ad entrare nel Polo ed ha fatto già una sperimentazione nel lago S. Anna. Di rete ha parlato il prof. Ferrara, che ha dichiarato che, è’ pur vero che manca un sistema che metta in rete la ricerca e sarebbe opportuno costruire un percorso socio economico che possa coinvolgere i diversi bandi sulla ricerca e attrarre grandi imprese per garantire la crescita del sistema calabrese; indubbiamente c’è poco dialogo tra la ricerca e le imprese e con l’emulation effect si potrebbero costruire grandi iniziative. Il professore Ferrara ha presentato un Cantiere dell’innovazione, non soffermandosi soltanto sul bando dei Poli ma anche annunciando un imminente bando sui servizi all’innovazione, alla gestione della proprietà intellettuale, alla tecnology intelligence, individuazione di nuovi mercati; altro bando sarà sulla formazione aziendale per la formazione di nuovi assunti, la loro qualificazione, aggiornamento e specializzazione. Una bella Calabria è quella che oggi ci presentate, hanno affermato i vertici di Area, una Calabria spesso bistrattata invece con potenzialità in grado di rovesciare un’idea a volte negativa: dunque, ci sono i presupposti per avviare una seria collaborazione sia con il PST.KR sia con i Poli di innovazione. A conclusione dei lavori, il PST.KR ha accolto anche l’adesione a far parte dell’aggregazione che si candiderà al Polo sull’energia di un grosso Consorzio, al momento insediato in Area, che realizza progetti di ricerca sul settore del biogas da residui agricoli e zootecnia, biometano e microgenerazione da biomasse solide. La parola chiave è: risorse locali, per uno sviluppo locale, ha concluso la vice presidente Antonella Stasi che ha presentato la “Calabria che sta cambiando” con un nuovo percorso, un nuovo programma, partendo dall’innovazione. Oggi abbiamo assistito ad un networking tra parchi scientifici, centri di ricerca e poli di innovazione, organizzato dal Parco scientifico di Crotone.
Un’iniziativa che ha consentito di creare un momento d’incontro tra aziende dei distretti, dei parchi, di università calabresi e del Friuli con il territorio calabrese. E siccome l’eccellenza non è mai solitudine, anche la politica di questa nuova Regione Calabria è per la collaborazione. Una Calabria – ha concluso la vicepresidente Stasi - che deve fare in fretta per recuperare il tempo perso e che, pertanto, ha la necessità di affidarsi a modelli già esistenti, che funzionano e che rappresentano modelli di successo